Skip Navigation Main Navigation

“Il cacao tra fragilità e resilienza. La sostenibilità ambientale in America Latina, tra agricoltura e cultura”. 1° ottobre 2021


Il cambiamento climatico che stiamo vivendo altera ogni aspetto delle nostre vite: l’aumento delle temperature e la carenza d’acqua, infatti, mettono a rischio diversi settori vulnerabili, tra cui quello agroalimentare. Nel caso specifico dell’America Latina, l’impatto del cambiamento climatico influenza in maniera rilevante le aree tropicali umide nelle quali si trovano le coltivazioni di cacao, un segmento produttivo fondamentale per molti piccoli imprenditori dei paesi latinoamericani. Di fronte alla segmentazione e alla differenziazione che sta vivendo il mercato del cacao – anche con una sempre maggiore attenzione all’aspetto “etico” – come è possibile salvaguardare le produzioni tradizionali? Inoltre, come è possibile farlo tenendo insieme identità locali e necessità di ripartenza economica?

Di queste e di altre problematiche hanno discusso i partecipanti all’incontro: “Il cacao tra fragilità e resilienza. La sostenibilità ambientale in America Latina, tra agricoltura e cultura”, organizzato dall’IILA, dall’Università IULM di Milano e l’Ambasciata d’Italia in Messico, nell’ambito della Pre-COP26, l’evento preparatorio alla Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolgerà a Glasgow il prossimo mese di novembre. Alla tavola rotonda – svoltasi da remoto lo scorso 1° ottobre e moderata dall’Addetta Scientifica dell’Ambasciata d’Italia in Messico, Emilia Giorgetti  – hanno partecipato professionisti e accademici italiani e internazionali del settore, tra i quali: René Castro Salazar, esperto di questioni climatiche e Vicedirettore Generale del Dipartimento Clima, Biodiversità, Territorio e Acqua della FAO; Yasmira Lisbeth Chen Choc, produttrice di cacao e membro della giunta direttiva di Fundación Laguna Lachuá (FUNDALACHUA), nonché beneficiaria del progetto IILA Rivitalizzazione della filiera del cacao di qualità in Centro America e Caraibi; Nisao Ogata Aguilar, botanico e membro del Centro di Investigaciones Tropicales (CITRO); George Fletcher, biologo della Unión de Organizaciones Productoras de Cacao Arriba de Esmeraldas (UOPROCAE); Santiago José Argullo Campos, agronomo e Direttore Generale per lo Sviluppo dell’Agricoltura, Secretaría de Agricultura y Desarrollo Rural (SADER); Clementina Battcock, storica dell’Instituto Nacional de Antropologia e Historia (INAH); Massimo De Giuseppe, storico dell’Università IULM.

Diversi gli spunti di riflessione emersi da questo scambio di idee per rilanciare il settore del cacao in forma sostenibile: (a) recuperare le tradizioni ancestrali per l’utilizzo razionale degli ecosistemi ad alta diversità biologica; (b) coinvolgere le comunità locali nella formulazione di nuove strategie per controllare i sistemi produttivi, migliorare la qualità della vita e conservare il patrimonio naturale; (c) promuovere sistemi agroforestali che garantiscano anche protezione alle coltivazioni di cacao dalla luce diretta del sole; (d) fare fronte alla progressiva erosione di terra produttiva, provvedendo alla restaurazione e al recupero dei microrganismi presenti sul territorio; (e) intraprendere una collaborazione profonda tra il mondo accademico e i settori sociali dei paesi coinvolti, che consenta di unire gli sforzi di esperti e studiosi con quelli dei rappresentanti delle cooperative latinoamericane del cacao, con particolare attenzione al tema della sostenibilità e dell’uguaglianza di genere.

Per rivedere la diretta