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Geopolitica / Brasil:workshop di politica ed economia. 8 maggio 2012


Geopolitica

Maggio / 14 / 2012

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Nella prestigiosa Sala conferenze di S. Andrea degli Scozzesi a Roma (sede di NCTM), si è svolto qualche giorno fa un interessante workshop di politica ed economia organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), dallo Studio Legale Associato NCTM e dall’Ambasciata del Brasile. Obiettivo dell’iniziativa è stato di fornire un quadro macroeconomico che evidenziasse la consistente e continua crescita sviluppata dal Brasile nell’ultimo decennio, di presentare le opportunità di business offerte al sistema produttivo italiano dal mercato brasiliano attraverso l’analisi dei diversi settori d’investimento d’interesse e dei relativi piani di sviluppo in atto nell’area.




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Ad introdurre l’incontro l’Avv. Paolo Quattrocchi dello studio NCTM, che ha salutato gli ospiti che gremivano la sala. A seguire, l’On. Fabio Porta, deputato italiano eletto nella Circoscrizione Estero – America Latina, ha dato il suo contributo all’incontro ricordando che si sta concludendo in questo periodo la kermesse “Momento Italia-Brasile”, organizzata dal MAE, con oltre 500 eventi culturali svoltisi in 19 diversi Stati brasiliani; e dichiarando l’appoggio incondizionato ad ogni iniziativa di avvicinamento al Brasile da parte dell’Associazione di Amicizia Italia-Brasile di cui è Presidente.




geopolitica 3Quindi, c’è stato l’interessante intervento del Ministro Consigliere ed Incaricato d’affari dell’Ambasciata del Brasile in Italia, dott. Tarcisio Costa. Ha spiegato che la strategia del modello di crescita brasiliano, dopo la stabilizzazione economica, è sintetizzabile nel motto “crescita economica sostenibile con distribuzione del reddito”. La crescita del Brasile nell’ultimo decennio ha consentito a questo paese di attestarsi come 6a economia al mondo nel 2012, subito dopo la Francia. I fattori di questa crescita sostenibile, ha spiegato Costa, sono sintetizzabili in: stabilità monetaria; conti pubblici bilanciati; espansione del mercato interno; investimenti in infrastrutture; integrazione nel sistema internazionale; riserve internazionali solide. Il PIL ha raggiunto un ragguardevole 7,5% nel 2010 e, dopo una breve decrescita dovuta alla crisi internazionale (3,2% nel 2011), è previsto che si attesterà intorno al 4,5% nel 2012. Il tasso d’inflazione è stabile dal 2002 ad oggi, toccando un minimo nel 2006 (3,1%) e non discostandosi troppo nel 2011 (4,5%), con variazioni che comunque oscillano in una forchetta del 2%. Dal 2007 il Brasile ha un debito estero netto negativo, cioè, al momento, è uno dei paesi finanziatori del FMI. Gli investimenti statali sono concentrati soprattutto nei PAC 1 e 2 (Programas de Aceleraçao de Crescimento): soltanto nel 2011 sono stati erogati 81 miliardi di USD. Gli investimenti esteri diretti nello stesso periodo sono stati pari a 66,7 miliardi di USD. Le politiche anticicliche di forti investimenti, poi, non hanno avuto un grande impatto sul debito pubblico, atteso che il rapporto PIL/debito è stato nel 2011 pari al 40%, molto più basso di quello di altri giganti economici a livello globale (180% in Giappone, 140% in USA).

geopolitica 4I principali partner economici del Brasile sono la Cina, che ha superato gli USA, seguiti quest’ultimi dall’Argentina; l’Italia è all’ottavo posto di questa classifica, con un flusso commerciale che, nel periodo 2007-2011, è stato tendenzialmente in crescita, fino a raggiungere gli 11,7 miliardi di USD di scambi nel 2011. Il Brasile, secondo la relazione di Costa, esporta soprattutto prodotti di base (48,3% in Asia, 22,9% in UE), semilavorati (31,4% in Asia, 23,6% in UE) e manufatti (45,1% in America Latina, 18,9% in UE, 17,8% in America del nord). L’aumento reale del salario minimo nel periodo 2004-2011, pari al +54,25% ha portato una forte espansione dei consumi e degli investimenti. La classe media della popolazione brasiliana è cresciuta dal 30,98% al 49,96% nel periodo 1992-2008: le classi A e B e la C sono diventate le più popolate del paese passando rispettivamente dal 15% al 21% e dal 34% al 53% dal 2005 al 2010; quelle D ed E si sono depopolate passando dal 51% al 25% nello stesso periodo. La piramide sociale, quindi, ha subito una grande trasformazione, essendosi ristretta la sua base, costituita, prima dell’ultimo decennio, soprattutto dalle classi medio-basse. E’ ciò che confermano le stime dell’indice di Gini (che indica la tendenza all’equidistribuzione dei redditi e varia tra 0 ed 1), passato da uno 0,585 del 1995 ad uno 0,500 del 2012 che dà l’idea di quanto il Brasile di oggi sia più inclusivo.

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E’ poi intervenuta la D.ssa Liz Coronel Correa, Segretario Socio-Economico dell’IILA (Istituto Italo-Latino Americano), che ha sottolineato come l’economia latinoamericana sia passata indenne attraverso le varie crisi globali degli ultimi anni, sviluppando tassi di crescita annui che si attestano in media intorno al 6% (si pensi al tasso di crescita medio annuo in UE pari al 2%). La Coronel ha aggiunto che, come esito della V Conferenza Italia-America Latina tenutasi a Roma lo scorso anno, l’IILA è stato nominato segretariato permanente della Conferenza stessa; pertanto, non può che appoggiare qualsiasi iniziativa, come quella che si sta commentando, volta a promuovere partenariati commerciali e/o investimenti in America Latina. Il Brasile, ha concluso il Segretario, è stato tra i primi paesi al mondo a credere nell’energia pulita; e, confidando in una democrazia consolidata quale adesso sicuramente è, ha conseguito livelli di crescita costanti negli ultimi 10 anni. Non è più, quindi, parafrasando il Presidente USA Barak Obama, il paese del futuro ma il suo futuro è il presente.


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A seguire l’intervento del Dott. Tiberio Graziani, Presidente dell’IsAG e Direttore della rivista Geopolitica, con cui è stato posto l’accento sulle strategie geopolitiche brasiliane concretatesi, negli ultimi anni, nella volontà di imporre la propria egemonia anche in campo internazionale, sul presupposto del ruolo di primo piano come attore continentale assunto già a partire dal 2002. Il modello di sviluppo ed inclusione sociale ha certamente reso al Brasile più facile imporsi come leader regionale, anche aiutato dalle sue dimensioni e dalle ingenti risorse naturali di cui dispone.



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Nel suo intervento il Gen. Francesco Lombardi, Vicedirettore del CeMiSS, ha fatto presente che il Governo brasiliano ha approvato con legge del dicembre 2008 la Estrategia nacional de Defensa brasileira sulla base della quale intende acquistare 5 sottomarini a propulsione nucleare e veicoli pattugliatori in collaborazione con l’industria italiana; inoltre, nel settore spaziale il Brasile intende sviluppare un’autonoma capacità di lancio; mentre nel settore nucleare sarebbe suo obiettivo imparare a costruire in proprio le centrali. A livello militare i rapporti Italia-Brasile hanno dato luogo alla sottoscrizione di un Partenariato strategico il 12 aprile 2010 che sancisce la cooperazione tra Roma e Brasilia nell’ambito delle rispettive politiche di difesa.



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Nella sua relazione il Dott. Luca Trifone, capo dell’Ufficio Paesi dell’America Latina al Ministero degli Affari Esteri, ha evidenziato come il Brasile sia stato nel 2011 il paese al mondo destinatario del maggior numero di investimenti diretti in entrata (+38%, se si pensa che l’incremento medio nell’intera area BRICS è stato del 26%). L’Italia è oggi il 2° fornitore manifatturiero del Brasile in UE, dopo la Germania. E ciò in quanto il Brasile è un paese solido che sa ingenerare fiducia negli investitori. I settori d’investimento di maggior interesse sono quelli della meccanica industriale, del tessile, dei macchinari, delle energie rinnovabili, delle infrastrutture e dei trasporti, della nautica da diporto. A tal riguardo Trifone ha ricordato che si stima che lo Stato brasiliano abbia stanziato tra i 1.770 ed i 1.900 miliardi di USD per i due eventi sportivi che ospiterà (Mondiali di calcio 2014, Olimpiadi 2016). Da ultimo, ma non per minor importanza, viene evidenziato che l’Italia fa parte, insieme a Germania, Francia ed USA, del Programma “Sicurezza Senza Frontiere” per la cooperazione nel settore dell’educazione e della formazione.


geopolitica 9La seconda parte della conferenza è stata dedicata ad un approccio pratico alla questione investimenti in Brasile ed alla valutazione di come un’economia quale quella italiana, caratterizzata in maniera preponderante dalla presenza di piccole e medie imprese, possa inserirsi in mercati dalle dimensioni globali. Il Dott. Sandro Pettinato, Vicesegretario Generale di Unioncamere, ha sottolineato come le Camere di Commercio italiane lavorino col sistema Brasile da oltre 30 anni e, quindi, come ci sia una struttura decisamente consolidata di rapporti associativi italiani e brasiliani. Negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento di oltre il 30% delle esportazioni italiane verso il paese verdeoro, trainate in particolare dalla meccanica di precisione (in particolare la componentistica nel settore automobilistico); si prevede un’ulteriore crescita nel prossimo biennio nei settori alimentare e della casa. Il sistema camerale italiano è presente in Brasile con 5 sue emanazioni nelle città di Sao Paulo, Rio de Janeiro, Porto Alegre, Florianopolis, Belo Horizonte. Ad ogni modo, ha proseguito Pettinato, si è rivelato molto utile per le PMI italiane riferirsi in loco al SEBRAE (Serviço Brasileiro de Apoio às Micro e Pequena Empresashttp://www.sebrae.com.br/) per riuscire a far fronte alle richieste di un paese grande come il Brasile ed essendo esse spesso, per dimensioni, delle piccole realtà. Su circa 5 milioni d’imprese italiane, infatti, solo 204.000 operano a livello internazionale e di queste solo 10.500 lo fanno in modo continuativo pluriennalmente con un fatturato export che superi il 51% del loro totale (spesso, invece, le nostre imprese operano sul mercato internazionale in modo sporadico, per 1 o 2 anni). E’ estremamente importante, pertanto, che le imprese siano presenti in loco per favorire azioni di incoming, anche chiamando le imprese brasiliane a partecipare alle strutture organizzative di quelle italiane (è notoria la difficoltà per le imprese italiane di sostituire i propri dirigenti che, quindi, hanno difficoltà a muoversi dal nostro paese). In questo periodo, nell’ambito del Progetto “Promos Sebrae” si stanno incentivando i comparti del tessile (Nuova Friburgo, Rio de Janeiro), delle calzature (Campina Grande), delle confezioni ed articoli per la casa (Sergipe), del legno e mobile (Parà). Per i grandi eventi sportivi c’è un gran bisogno del nostro modello imprenditoriale.

geopolitica 10Alla relazione di Pettinato ha fatto seguito quella dell’Avv. Alberto Rossi, associato dello Studio Legale NCTM, tutta incentrata sul sistema portuale brasiliano: ci sono attualmente in Brasile 34 porti pubblici e circa 30 privati. Il sistema, data la sua importanza nell’economia degli scambi, è suscettibile di molti miglioramenti: infatti, molti porti non sono affatto moderni, soprattutto con riguardo al pescaggio (12 mt di profondità, contro il minimo dei 18 mt richiesto ai giorni d’oggi), davvero poco adeguato per l’attuale volume di scambi. Attorno al settore si sviluppano 4 linee di business: trasporto di merci proprie; trasporto di merci di terzi; traffico marittimo per passeggeri; traffico marittimo per merci. Il Brasile è il più grande esportatore al mondo di ferro e di grano, ed il sistema portuale è strategico per questi traffici commerciali. Gli imprenditori italiani sono i migliori al mondo in logistica portuale e terrestre e ciò consente loro di trovare nel Brasile un ottimo mercato per gli investimenti nel settore. Gli inglesi, ad esempio, hanno cominciato ad attivarsi in tal senso già dal 2009, intraprendendo nell’ambito portuale brasiliano: l’Autorità Portuale di Rotterdam ha recentemente siglato un accordo col Brasile creando la prima joint venture che abbia come protagonista un investitore europeo. E’ un esempio che anche l’Italia può seguire.

geopolitica 11All’interessante intervento dell’Avv. Rossi si è aggiunto quello del Dott. Luis Felipe Machado, responsabile commerciale dell’Ambasciata del Brasile, inteso a far rilevare come il business core del suo paese non sia più sintetizzabile nei 4 elementi sole, spiagge, samba e calcio. Oggi il modello brasiliano è molto più di questo: la crescita degli ultimi 5 anni ha cambiato il Brasile in modo enorme, tangibile e concreto. E’ la quinta potenza mondiale per estensione territoriale; la sesta economia al mondo; è un paese ricco di risorse naturali; è leader nella produzione di alimenti e di energie rinnovabili, nelle tecnologie e nel petrolio; ha un’economia stabile; una solida classe media in crescita; una democrazia piena; tanti popoli ma una sola lingua. Il Brasile, pertanto, è un mercato che cresce; e che, in alcuni settori, come quello delle infrastrutture (porti, aeroporti, strade, ferrovie), investe in media meno di quanto si faccia nel resto del mondo. Nel settore infrastrutture, ad esempio, sono stati calcolati 1,7 miliardi di USD d’investimenti necessari per potenziarle: ci sono, quindi, opportunità di crescita e di investimenti per le imprese che vi operano. Grandi opportunità d’investimento si profilano in relazione ai grandi eventi sportivi: sono previsti 600 milioni di turisti che genereranno circa 17 miliardi di Reais in tributi ed una delle opportunità potrebbe essere la creazione di porti turistici nelle città sede dei mondiali di calcio (cfr. www.copa2014.gov.br), opportunità anche dall’indotto degli eventi sportivi, come il settore alberghiero e dell’alimentazione (cfr. www.rio2016.org.br). Altro settore d’investimento è rappresentato dall’estrazione delle riserve di petrolio recentemente scoperte nel Pré-Sal brasiliano: si prevede una produzione di 6 milioni di barili al giorno entro il 2020. Per qualsiasi ulteriore informazione si può consultare il sito istituzionale www.brasilglobalnet.gov.br, dove si possono trovare dati ufficiali del Governo brasiliano.

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A concludere questo interessante workshop sul Brasile la relazione della D.ssa Laura Parducci, direttrice del’Azienda Speciale EPS della Camera di Commercio de La Spezia, che ha sostenuto che il Brasile rappresenta uno sbocco per le PMI italiane che, a causa della crisi, non hanno più un mercato interno. e ciò soprattutto perché è un paese in forte crescita; perché 25 milioni di brasiliani hanno origini italiane e, quindi, uno stile di vita molto simile al nostro; perché la concorrenza locale aumenta ed è necessario che i nostri imprenditori siano presenti sul posto. Le imprese italiane hanno un know how ed una expertise che quelle brasiliane ancora non hanno e che si possono esportare lì. Inoltre, l’aumento delle linee di credito alle imprese è un ulteriore motivo per fare del Brasile un paese di investimento. Un suggerimento per le imprese italiane che intendono investire in Brasile è di fare rete, di creare distretti come quelli che hanno saputo sviluppare in Italia e che sono esempi seguiti in tutto il mondo. In questo modo, secondo la Pagni, si ha più forza per entrare in un grande mercato come quello brasiliano e più incisività per conseguire facilitazioni agli investimenti.